LE SOFFERENZE ALTRUI
Tutti si trasmettono a vicenda la propria infelicità, la gente parla in continuazione delle proprie sofferenze, dei propri guai, dei propri conflitti...
Hai mai sentito qualcuno parlare dei suoi momenti di gioia?
Delle sue canzoni e delle sue danze?...
Dei suoi momenti di silenzio e di beatitudine?
La gente continua a condividere ferite, e ogni volta che parli della tua infelicità con qualcuno, senza saperlo stai trasmettendo un modello di miseria.
L’altra persona forse pensa che ti stia solo ascoltando, ma di fatto sta anche prendendo delle vibrazioni di infelicità, delle ferite.
Quando ho detto che portate dentro di voi ferite altrui, voglio dire che la vostra "consapevolezza" non ha ferite.
Se tutti diventassero meditativi, svegli, al mondo non ci sarebbero ferite.
Scomparirebbero semplicemente.
Non troverebbero un casa, un rifugio.
È una cosa possibile.
Se è possibile per me, è possibile per chiunque.
E allora chiedi, perché possiamo “accettare così facilmente le ferite altrui,” e perché è “così difficile accettare la propria buddhità” ?!
Puoi accettare le ferite altrui perché anche tu hai delle ferite.
CONDIVISIONE
QUANTO VALE LA CONOSCENZA, SE RESTA SOLO PER NOI ?
Spesso ci capita di imparare qualcosa di nuovo, di scoprire un’idea che ci apre la mente o di vivere un’esperienza che cambia il nostro modo di vedere il mondo.
Ma qual è il senso di tutto questo se non lo condividiamo?
La conoscenza è come un fuoco: se lo tieni solo per te, rischia di spegnersi, ma se lo condividi, può illuminare tante altre menti e riscaldare tanti altri cuori.
Condividere ciò che sappiamo non è solo un atto di generosità, ma un modo per far crescere la comunità, per costruire ponti e per rendere il mondo un posto più ricco e consapevole.
Allora, perché tenerla chiusa dentro di te, da cosa ti stai proteggendo?
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