LE ABDUCTION ALIENE L'IPOTESI DI CORRADO MALANGA


“E’ qualcosa di complesso, ambiguo, ingannevole, inconsistente, traumatico, fisico e metafisico senza uno scopo univoco e chiaro. Vi sono schemi e possibilità diverse, ma nessuna controllabile con sicurezza e chiarezza cosicché tutti concordino sui fatti, e tanto meno sulla verità complessiva del programma dell’attività aliena”
(Karla Turner, con riferimento al fenomeno abduction)

Le abductions (o incontri ravvicinati del IV tipo, secondo la classificazione dell’astrofisico Allen Hynek), presunti rapimenti di esseri umani da parte di entità aliene, rappresentano uno dei più interessanti e controversi aspetti della fenomenologia ufologica.
Il problema venne all’attenzione degli studiosi all’inizio degli anni 60 del ‘900, allorquando lo studioso statunitense John Fuller diede alle stampe il volume “The interrupted Journey” (tradotto in Italia con il titolo”Prigionieri di un UFO”, Armenia ed.) sull’ormai famosa esperienza dei coniugi Barney e Betty Hill. Costoro, sottoposti ad ipnosi regressiva dal noto psichiatra di Boston Benjamin Simon, rievocarono un episodio di rapimento da parte di piccoli umanoidi, che dopo averli condotti a bordo di un disco volante li sottoposero ad una serie di “esami medici”.
Il compianto colonnello Philip Corso, alto ufficiale del pentagono e componente del consiglio per la sicurezza nazionale USA all’epoca del presidente Eisenhower, sostiene nel suo volume “il giorno dopo Roswell” che il governo statunitense era a conoscenza dei rapimenti alieni già negli anni ’50, ma vi sono fondati motivi per ritenere che tale fenomeno risalga addirittura ai primordi della civiltà umana.


La scienza ufficiale (come è solita fare quando si trova dinnanzi a fenomeni che non riesce a interpretare diversamente!) ha tentato di spiegare le abductions in maniera alquanto semplicistica riconducendole ad una sorta di patologia mentale (sindrome dissociativa o schizofrenia psicotica).
Gli studiosi che invece credono che il fenomeno sia ben reale e riconducibile all’operato di entità esogene al pianeta Terra, possono essere distinti in due precise categorie:
§ coloro che lo ritengono di matrice positiva (John Mack, Richard Boylan, Whitley Strieber);
§ coloro che lo ritengono di matrice negativa ( Karla Turner, David Jacobs, Budd Hopkins, Salvador Frexeido)
I propugnatori della teoria “positivista” credono che gli alieni rapiscano i terrestri per “ampliarne” la coscienza e la spiritualità, arrivando in alcuni casi anche a guarirne le malattie fisiche.
Lo psichiatra John Mack, da poco tragicamente scomparso, riteneva che gli alieni stanno preparando gli umani prescelti ad una sorta di salto evolutivo che li aiuterà a sopravvivere in futuro sul nostro pianeta ormai inevitabilmente avviato verso il degrado e la catastrofe ambientale.


I “negativisti” invece ritengono che gli extraterrestri stiano semplicemente sfruttando gli umani per i loro oscuri fini, sottoponendoli ad umilianti procedure mediche (asportazione di sperma ed ovuli, fecondazione artificiale di donne terrestri con successiva asportazione del feto, creazione di ibridi umano/alieni, inserimento di microimpianti etc.). Secondo il prof. David Jacobs, uno storico della Temple University autore del volume “The Treat”, gli alieni perseguono un piano ben preciso: la modifica biogenetica dei terrestri allo scopo di una convivenza tra umani e alieni sulla Terra. Tale progetto dovrebbe concludersi tra circa quattro generazioni, quando ormai tutta la popolazione terrestre avrà subito almeno un’esperienza di abduction. A questo punto le persone normali diventeranno civili di seconda classe con diritti molto limitati rispetto agli “ibridi”.
Jacobs individua i veri mandanti di tale sinistro piano nei “grandi insettoidi” o “Mantidi Religiose” anziché nei “Grigi”.
L’invasione aliena è pertanto già in corso ed ormai vi è ben poco da fare per contrastarla!
Karla Turner, compianta autrice del pionieristico “Taken” (ed ella stessa addotta), manifesta un punto di vista molto pessimistico non solo sui rapitori alieni, ma anche sul ruolo occulto rivestito dai militari. Le sue convinzioni sono confermate da altri addotti/investigatori come Lea Haley e Katharina Wilson.Come già accaduto alla stessa Turner, esse hanno notato un’apparente sorveglianza militare, come l’apparizione di elicotteri neri senza insegne prima o subito dopo le abductions, quasi fosse in atto un tentativo di monitorarle. Ma anche il ricordo, in molti casi, di essere state portate in basi sotterranee da team militari, dove talvolta i militari sembravano lavorare assieme agli alieni.
Altri autori, fra cui spicca lo scienziato austriaco Helmut Lammer, riconducono le abductions nell’ambito di un programma di controllo mentale illegale ed esperimenti biologici puramente umani camuffati da rapimenti UFO che hanno denominato MILAB (Military Abductions of Alleged UFO Abductees ovvero Abductions militari di presunti addotti UFO).
Più cauto appare il punto di vista di Budd Hopkins, forse il pioniere indiscusso dello studio delle abductions. Nel suo bollettino dell’Intruders Foundation dell’ottobre 1997, alla domanda “gli alieni sono buoni o cattivi?” fornisce la seguente risposta:” Non ho visto prove che gli alieni siano cattivi, ossia malevoli nemici decisi a conquistare. […] Ma d’altra parte non ho visto prove che gli occupanti degli UFO siano buoni: esseri benevoli venuti ad insegnarci come amarci l’un l’altro e prenderci cura di quello che ci circonda. Il loro scopo recondito sembra essere quello di portare a termine un complesso esperimento di incroci, in cui essi sembrano lavorare alla creazione di una specie ibrida, un misto di caratteristiche umane e aliene”.


Il dato certo, semmai, è che, dopo oltre tre decenni di studi e nonostante le diverse ipotesi avanzate dai ricercatori, i veri motivi delle abduction restano ancora imperscrutabili. Ma forse dobbiamo dire fino a oggi…
In Italia il primo ad approfondire seriamente le abductions è stato il prof. Corrado Malanga, ricercatore del dipartimento di chimica dell’Università di Pisa.


Il primo caso preso in esame da Malanga fu quello di Valerio Lonzi, un ragazzo di Genova che fu addotto una notte mentre partecipava ad un campeggio a Reppia, sui monti del capoluogo ligure.
All’epoca fu il CUN (Centro Ufologico Nazionale) ad incaricare Malanga di studiare il caso Lonzi (sul quale fu pubblicato dalla Bompiani il best seller “Gli UFO nella mente” scritto da Malanga stesso). In tale frangente, Malanga ebbe modo di apprendere le tecniche ipnotiche descritte dagli autori americani e, con l’aiuto del dott. Moretti di Genova, le migliorò avvalendosi anche della PNL (Programmazione Neuro-Linguistica: tale metodologia insegna a capire il comportamento dell'altro attraverso il suo modo di esprimersi).
Inspiegabilmente il CUN, all’indomani della pubblicazione dello studio di Malanga, sembrò prendere le distanze da questi, ritenendo forse le conclusioni cui era pervenuto troppo… “eterodosse”.
Ciò indusse il chimico pisano, dopo 25 anni di militanza in qualità di dirigente e consulente scientifico, ad uscire dalle fila del CUN, la cui politica rimaneva ancorata ad un modo anacronistico di “fare” ufologia, ed a organizzare un nuovo gruppo di collaboratori con cui proseguire le sue ricerche. Nasceva così lo Stargate Toscana, tuttora in piena attività.
Le ricerche di Malanga, proseguite ininterrottamente per circa 15 anni, hanno condotto a scoperte sconcertanti: esistono cinque livelli di interferenza aliena.


fonte:www.omeonet.ifo/federazione
fonte:www.ufomachine.org

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