MINIERE DI URANIO IN TIBET


Tibet, un tempo pacifico stato cuscinetto tra India e Cina, è diventato una vasta base militare che ospita buona parte della forza missilistica nucleare cinese, valutata complessivamente in 350 testate nucleari. Esistono numerose miniere di uranio dove la manodopera è quasi esclusivamente tibetana; parecchie persone che vivono nei villaggi vicini alle basi atomiche, ai luoghi di interramento delle scorie nucleari e alle miniere di uranio, sono gravemente malate, mentre continuano a nascere bambini deformi, i campi non danno più colture, gli animali muoiono e le acque dei fiumi che attraversano vasti territori dell'Asia, quali Brahmaputra, sono contaminate da materiale radioattivo.
Le risorse naturali del Tibet e la sua fragile economia stanno per essere irrimediabilmente distrutte. Gli animali selvatici sono stati sterminati, le foreste abbattute, il terreno impoverito ed eroso. Nei dintorni delle basi atomiche e dei siti in cui vengono interrate le scorie radioattive sono state segnalate perdite dei raccolti, morie di bestiame e, tra gli abitanti, una più elevata incidenza di tumori e difetti congeniti. Lo stesso si è verificato nei pressi delle miniere di uranio dove, peraltro, la manodopera è quasi esclusivamente locale. Ormai la contaminazione radioattiva si è estesa ai corsi d'acqua e, tramite i grandi fiumi, rischia di propagarsi ad altri paesi.
Pare esistano rapporti, mai divulgati in via ufficiale, che riportano di un'aumentata mortalità a causa dell'approvvigionamento idrico nei pressi di una miniera di uranio a Ngapa, nella regione dell'Amdo. Gli abitanti hanno chiesto più volte se e da cosa sono inquinate le falde acquifere, ma la risposta è giunta solo per via indiretta, quando le autorità hanno messo in guardia gli immigrati cinesi.
Fonte: O.P.EN Observatoire Permanent de l’Environnement.

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