LETTERA APERTA


MI SCRIVE UNA AMICA CHIEDENDOMI :Che rapporto c’è tra i nostri genitori e i partner che scegliamo? ...

PROVO A RISPONDERE :...

Si scelgono quei precisi genitori per un motivo evolutivo. Dal padre e dalla madre si ereditano doti e difetti. Le doti sono positive, le abbiamo e nessuno le tocca. I difetti vanno invece lavorati e migliorati, sia per capire meglio i propri genitori, sia per migliorare il proprio rapporto di coppia, sia per migliorare le proprie relazioni e la propria crescita. Per quanto riguarda i difetti o per lo meno ciò che c’è da migliorare occorre prenderne coscienza se si vuole evitare di portarli nella coppia che si formerà con un partner. Di solito questa è la dinamica: si porta nella coppia quanto si è ereditato dai genitori o si sceglie un partner che abbia le caratteristiche del genitore con cui si hanno più affinità (intese come difetti) allo scopo di guarirne il karma. Quando ci rendiamo conto che nella nostra coppia si è sviluppata una dinamica nella quale vediamo in noi o nell’altro partner un comportamento che appartiene a uno dei nostri genitori, il primo passo è prenderne consapevolezza. Il partner in questo aiuta molto perché ci mette a confronto con i lati che non abbiamo forse voluto vedere. Dopo che ne abbiamo preso consapevolezza, a meno di voler perpetuare lo stesso comportamento in una infinita ruota karmica, si deve agire per cambiare. Diciamo che il meccanismo è semplice: si porta nel rapporto ciò che abbiamo visto a casa. E lo si porta in maniera maggiore nella misura in cui non si è fatto nulla per capire, modificare o cambiare le cose in noi. Ci si può porre le seguenti domande: Nella mia coppia cosa ho portato? Che genere di partner ho scelto? Simile a tuo padre o a tua madre? O che genere di partner avrei voluto? Il meccanismo che ho innescato nella mia coppia qual è stato? C’è uno dei due genitori al quale si va assomigliando maggiormente proprio perché non se ne sopportano i difetti. Lo si “incamera” per capirlo meglio. Il partner avrà anch’esso lo stesso scopo. Avrà alcuni dei difetti (i più eclatanti) del nostro genitore oppure avrà l’atteggiamento/comportamento che questi ha avuto con il suo partner. Il vedere e il capire e il migliorare permette di superare il karma familiare. Non mi è ancora chiaro qualcosa, circa la scelta del partner al fine di risolvere un karma. Ci sono in genere due possibilità (dipende dalla difficoltà karmica della famiglia in cui si è scelto di nascere): Si acquisisce il carattere del genitore con cui si ha più difficoltà e si sceglie un partner che gli/le assomigli Si acquisisce il carattere del genitore con cui si ha più difficoltà e si sceglie un partner che assomigli all’altro genitore per provare di persona le dinamiche innescate nella famiglia d’origine e vedere di risolverle. Facciamo un esempio: mettiamo che Tizio abbia acquisito maggiormente tratti del carattere di suo padre e abbia scelto un partner come sua madre. Lui creerà nella sua coppia delle dinamiche simili a quelle familiari per capirle. Il suo partner potrebbe aver fatto la stessa cosa o aver scelto la prima ipotesi. In ogni caso ambedue saranno perfetti per la simulazione o per la “punizione” dei genitori attraverso il partner. Infatti nel primo caso, quando si sceglie un partner che abbia lo stesso carattere del genitore da “guarire”, di solito si innesca una dinamica di “punizione”, mentre nel secondo caso si innesca una dinamica di “osservazione”. Nel primo caso ci sono situazioni familiari molto gravi e difficili karmicamente parlando, nel secondo caso situazioni e dinamiche familiari più semplici e meno karmiche. Ricordate che gli incontri sono decisi prima di nascere. Il partner non lo si incontra “per caso”. Se lo si incontra è perché è quello giusto: o per risolvere un karma accumulato precedentemente o, se è un’anima gemella, per aiutarsi a risolvere il karma e poi proseguire con il compito affidato....

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